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Videoblog:Puntata 2/Copione: differenze tra le versioni

Da Cantiere.
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==Manituana, Wu Ming e Copyleft==
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Dal 20 marzo 2007 è in libreria “Manituana”, l’ultimo romanzo di Wu Ming.
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“1775, all'alba della rivoluzione che generò gli Stati Uniti d'America.
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Lealisti e ribelli si contendono l'alleanza delle Sei Nazioni irochesi,
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la più potente confederazione indiana.
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Nella valle del fiume Mohawk, indigeni e coloni convivono da decenni.
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Scelte laceranti travolgono il futuro di una comunità meticcia:
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il viaggio deve cominciare, fino alla capitale dell'Impero,
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e la via del ritorno è già sentiero di guerra.
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Un cacciatore irochese abbandona i boschi e i romanzi di Voltaire.
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Un guerriero del Clan del Lupo interrompe la traduzione del Vangelo
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e imbraccia il fucile.
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Un baronetto di Sua Maestà compare nei sogni di bianchi e indiani.
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Una donna guida il suo popolo attraverso le fiamme."
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Un romanzo epico sulla nascita di una nazione
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e lo sterminio di molti mondi possibili.”
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Wu Ming... Ma chi sono?
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“Wu Ming”, in cinese, significa “senza nome”; "Anonimo";
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ed è il nome di un collettivo di cinque scrittori bolognesi.
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Le loro identità non sono segrete,
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è solo che rifiutano la logica dell'Autore come divo,
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e ritengono che le loro opere
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siano più importanti dei loro volti e delle loro biografie.
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Col nome «Luther Blissett», hanno pubblicato nel 1999 il romanzo Q
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e dal 2000 ad oggi hanno scritto romanzi di gruppo e individuali,
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oltre alla sceneggiatura del film "Lavorare con lentezza".
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Ma perché, in un videoblog sulla proprietà intellettuale,
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parliamo dell’uscita di un libro?
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Perché questo libro ha una particolarità: è pubblicato con una licenza Copyleft.
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Ma io non so nemmeno che cosa significa "Copyright"!
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==Copyleft==
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Copyright letteralmente significa "diritto di copia",
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ma in generale lo si usa per dire che l'autore o chi detiene i diritti dell'opera,
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ha l'esclusiva sull'uso e la riproduzione.
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Dunque decide chi, come e quando può usare o copiare un'opera.
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Quindi il copyright tutela autori ed editori,
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ma spesso, ha dei gravi effetti collaterali:
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ad esempio uno studente non può fotocopiare
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un libro della biblioteca che non può permettersi,
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oppure un attore non può recitarlo in pubblico,
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oppure ancora, nessuno può distribuire i libri che sono fuori stampa,
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nemmeno gratuitamente, che dunque rischiano di andare persi.
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Per questi e altri motivi,
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alcuni autori rinunciano del tutto al copyright.
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Ma il rischio è che qualcuno arrivi,
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prenda l'opera, ci metta sopra il suo copyright
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e ne vincoli l'utilizzo a suo esclusivo vantaggio.
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Così, per aggirare l'inconveniente è nato il copyleft.
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Chi lo utilizza, in sostanza, dice:
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i diritti di copia di quest'opera sono miei,
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ma io desidero che chiunque la possa riprodurre e copiare
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senza chiedermi il permesso,
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a patto di non vincolarne ulteriormente l'utilizzo.
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Il copyleft è una forma particolare di copyright.
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La dicitura che si trova sul libro dei Wu Ming
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è un adattamento della filosofia “copyleft”,
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una variazione sul tema.
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==funzionamento e critiche==
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In concreto: un comune cittadino, se non ha i soldi per comprare un libro di Wu Ming
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o non vuole spendere 15 euro a scatola chiusa,
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può tranquillamente fotocopiarlo,
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passarlo in uno scanner,
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copiarlo a mano come i monaci medioevali
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(che oggigiorno verrebbero considerati dei pirati!)
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oppure - soluzione un po’ più comoda - scaricarlo gratis dal loro sito.
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Tutte le riproduzioni che non sono fatte con un fine commerciale,
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loro le autorizzano.
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Se invece un editore estero vuole farlo tradurre
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e metterlo in commercio nel suo paese,
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o se un produttore cinematografico vuole farci il soggetto di un film,
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in quel caso l'utilizzo è a fini di lucro,
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e loro vogliono ricevere un compenso.
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Il libro, come oggetto, ha un prezzo.
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Il testo, invece, è libero di circolare.
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Belle parole... idealisti!
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Ma se un autore non ha la fortuna di trovare uno studio hollywoodiano
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che gli compra i diritti per farne un film, come campa?
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Ogni testo scaricato è una copia non venduta.
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e tanti saluti alla remunerazione dell'autore,
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che morirà di fame e stenti.
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È veramente così?
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Analizziamo i differenti profili dei lettori…
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==4 prototipi di lettori==
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<i>Prima categoria: il bibliofilo.</i>
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Il bibliofilo è una persona a cui piace il libro come oggetto.
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Gli piace la copertina, l'edizione, il tipo di caratteri usati, la carta.
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È l'amante delle collane,
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delle opere omnia, dei libri antichi.
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Troviamo sicuramente nella sua libreria…
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Dante e Boccaccio, Ariosto e Tasso, Bibbia e Corano,
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Iliade e Eneide, Mahabarata e Kamasutra, Goldoni e Molière,
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Verlaine e Rimbaud, Zola e Balzac, Eliot e Joyce,
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tutti testi che potrebbe scaricare dalla rete,
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ma lui li preferisce in forma cartacea e ben rilegata.
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<i>Seconda categoria: il filantropo.</i>
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Il filantropo è colui che compra i libri per sostenere una causa.
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Compra il libro venduto per strada,
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o sulle bancarelle delle associazioni di volontariato,
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ma non è detto che lo leggerà.
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Anche questa figura verrà poco intaccata
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dalla possibilità di scaricare il libro gratuitamente,
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perché il filantropo apprezzerà la generosità dell’autore
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e comprerà la copia cartacea.
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<i>Terza categoria: il consumatore.</i>
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Il consumatore è per definizione un target. Anzi è il target.
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È colui su cui principalmente la pubblicità punta.
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È colui che non sa ancora di che cosa ha bisogno,
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non sa ancora che cosa desidera, e la pubblicità glielo dirà.
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Neanche in questo caso gli autori e gli editori avrebbero da perdere
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mettendo a disposizione liberamente i libri.
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Perché chi è tanto idiota da abboccare alla pubblicità,
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continuerà ad esserlo sempre, e comprerà.
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<i>Quarta categoria: il lettore incallito.</i>
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È qui che si gioca veramente la partita!
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Il lettore incallito è un maniaco della lettura.
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Leggerebbe pure sulla carta igienica. Sporca.
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È compulsivamente curioso. Divora libri.
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È l'unico individuo che può leggere i romanzi a puntate sui giornali.
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Ebbene, il lettore incallito leggerebbe pure dallo schermo.
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Oppure si stamperebbe le sue 487 pagine in formato A4,
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e si porterebbe con sé 3 chili di carta pur di continuare a leggere.
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Se un libro circola liberamente,
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il lettore incallito lo leggerà a sbaffo.
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Sicuro.
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Ma se un libro gli è piaciuto,
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e ne ha le possibilità finanziarie,
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sta sicuro che andrà in libreria e ti regalerà una copia ufficiale,
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perché non puoi non leggerlo…
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==finale==
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Dunque, nonostante il copyleft,
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i romanzi di Wu Ming vendono centinaia di migliaia di copie
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e i 5 possono vivere del loro lavoro.
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E vengono chiamati a presentazioni (pagati);
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conferenze (pagati); consulenze (pagati); docenze (pagati);
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corsi di scrittura creativa (pagati).
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Ma il collettivo bolognese promuove un'altra iniziativa lodevole:
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I libri di Wu Ming vengono stampati su carta ecosostenibile
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e che non ha subito processi di sbiancatura a base di cloro.
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Altra scelta singolare che, al momento,
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viene perorata da una minoranza di chi pubblica.
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Un momento…
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Ma non è che stiamo parlando solamente di una furbata di "marketing"?
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Può darsi…
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Ma se tutti utilizzassero il Copyleft…
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non sarebbe bello
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poter sfogliare liberamente i testi della nostra cultura?
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Davvero non compreremmo più i libri?
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Versione attuale delle 04:48, 6 feb 2009