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CinemaDelPassato:Variante A

Da Cantiere.

IL CINEMA DEL PASSATO

Li avevo visti, uno dopo l'altro in una malinconica progressione, apporre equivoci cartelli di chiusura temporanee, poi togliere le locandine, infine chiudere le porte e sbarrarle con asse di legno.

In alcuni casi la chiusura era drasticamente annunciata, in altri veniva crudelmente mascherata da una prossima e non meglio annunciata ristrutturazione.

Sono rimasto dapprima sorpreso, poi a dir poco deluso, per un qualche momento mi sono anche davvero adirato.

Io continuo a considerare il cinema come l'intrattenimento più popolare e praticato, stacco regolarmente biglietti d'ingresso, cerco di non perdermi alcun film con qualche attrattiva.

Non riuscivo a comprendere compiutamente le motivazioni di quella improvvisa proliferazione di chiusure.

Certo l'offerta di intrattenimento si era fortemente e pericolosamente ampliata.

Vorrei essere chiaro, la pericolosità non consiste a mio parere nell'ampliamento delle opportunità, quanto piuttosto nella futilità delle proposte, spesso legate a mode volute dall'imperversante consumismo.

Certamente la televisione per un certo target poteva risultare più comoda.

Indubbiamente i giovani formulavano richieste sempre più caratterizzate verso la spettacolarità tout court e mettevano in primo piano il ritrovarsi rispetto a cosa vedere.

Ma il cinema non era la settima arte? Io ero cresciuto a pane, burro, marmellata e celluloide.

Questa crisi mi lasciava stordito.

Dopo, a freddo, ho voluto ripercorrere in una lenta passeggiata la strada che dal cuore della

mia città, Bologna, dall'ombra delle due torri punta dritta verso Borgo Panigale.

Non per immalinconirmi una volta di più, ma per omaggiare un'ultima volta tutti quei locali che

hanno saputo trasmettere a me, come a tantissimi altri, emozione e occasioni per pensare.


(Interviste 1)


La passeggiata inizia dove un tempo sorgeva L'Astra una sala con un ampio atrio e il cui

schermosi appoggiava sul muro esterno che dava sull'attuale via Calzolerie.

Il mio ricordo come frequentatore è legato sopratutto alla visione di "Sorrisi in una notte

d'estate"(1955) di Ingmar Bergman.

Cominciavo a uscire dalla fascinazione hollywoodiana e approfittai di una delle poche uscite

serali per entrare in quella sala di prima visione.

Il mio battesimo con il cinema impegnato ritenevo meritasse una celebrazione altrettanto

degna.

Proseguendo verso via Ugo Bassi un tempo si incontrava il Centrale che concluse la sua vita

con il nome Arcobaleno 2.

Si trattava di uno storico locale che iniziava la sua programmazzione circa alle 10:30 del

mattino accogliendo gli studenti che avevano organizzato il classico "fughino".

Anche per questo la sua chiusura ha lasciato piu di un rammarico.

Quando vi transitavo davanti mi tornavano alla mente le volte in cui mi ero rifugiato nella sua

sala buia per non essere visto da qualche conoscente.

Di solito da solo, a volte con amici, una volta sola con una compagna di classe che cercai di

conquistare per quasi tutto il primo tempo.

Oggi al posto del mitico locale frequentato dagli studenti che avevano fatto "fughino" c'è un

negozio di un famoso marchio di abbigliamento sportivo: il gran giro di gioventù è rimasto, ma

lo spirito è diverso.


(Interviste 2)