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L'origine del Male - Capitolo 5

Da Cantiere.

Storia di una controversa teoria sull'origine dell'AIDS

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L'origine del Male
L'origine del Male
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Capitolo Quinto: il fiume

Altre teorie

Che cosa significa “Slim” in inglese? “Magro”… basta pensare ai prodotti dietetici. Così chiamavano l'AIDS in Uganda, a metà degli anni '80. “Slim”, perché l'AIDS, prima di uccidere rende snelli.

“Slim” è anche il titolo del primo libro di Edward Hooper , un inglese, che racconta le prime manifestazioni dell’epidemia di AIDS in Uganda. “Ora”, si chiede Hooper, “perché gli ugandesi usano un termine inglese per questa malattia? Chiaramente anche per loro è nuova! Ma allora, qual è la sua origine?”

Hooper analizza tutte le teorie sull'origine dell'AIDS, dalle più strampalate alle più plausibili. Una ad esempio diceva che l'HIV era piovuto dalla coda di una cometa di passaggio.

Per un certo periodo girava quella che proponeva l'HIV come una creatura di un laboratorio per armi batteriologiche. Dai, quando l’avete sentita per la prima volta, c’avete un po’ creduto. Nella versione più conosciuta di questa teoria, l'HIV è stato creato alla fine degli anni Settanta in un laboratorio militare statunitense. Scopo? Decimare i neri, gli omosessuali, i peccatori.

Esiste un'altra versione di questa teoria: propone che l'HIV sia stato inventato dai nazisti nella Seconda Guerra mondiale. Secondo questa teoria, il Virus HIV, che però i nazisti chiamavano Virus Q, per non confondere con AH.I.FAU, Hei Führer!, sarebbe stato kreato in un laboratorio tetesco per sterminare esercito americano, che si sa essere composto solo da omosessuali. Dunqve è stato riempito un aereo per andare a pompardare Stati Uniti. Qvando aereo arrivato sopra Africa… chiaramente la strada più corta per arrivare negli Stati Uniti… pech, sfortuna, aereo caduto, e qvindi infettato Africa. E il laboratorio in Germania? Giorno dopo, pech, sfortuna, aviazione inglese pompardato laboratorio in Germania e per qvesto epidemia cominciata solo in Afrika.

Altre teorie sono più credibili e inquietanti. Una per esempio pone l'attenzione sulle sperimentazioni con sangue di scimmia. Per cercare di curare la neurosifilide si iniettava direttamente nei malati sangue di scimpanzé: il metodo ideale per trasmettere un virus come l’HIV!

Un altro studio ricorda le iniezioni di pezzettini di testicoli di scimmia nello scroto e nel muscolo addominale retto, come stimolo sessuale. Una pratica, sembra, abbastanza diffusa ad inizio secolo, ma poco documentata. Chissà se funzionava…

Poi Hooper affronta la teoria del trasferimento naturale. Ma anche lui si pone sempre la stessa domanda. Perché adesso? Nel 1992 legge l'articolo di Curtis e così inizia a interessarsi alla teoria del vaccino orale antipolio. E cosa scopre?

Le ricerche di Hooper

Innanzitutto è Hooper a scoprire che il marinaio di Manchester non è nemmeno stato in Africa, ma il posto più lontano che ha raggiunto è lo stretto di Gibilterra.

Poi riesce a scoprire che le campagne di vaccinazione compresero un numero molto più elevato di persone. Non 300'000 persone, come scoperto da Curtis, ma più di un milione di persone furono vaccinate fra il 1957 e il 1960 in 28 campagne separate fra Congo, Rwanda e Burundi.

Hooper ricerca in diversi archivi in giro per il mondo. Ma nell'archivio del Ministero degli affari esteri a Bruxelles, che dovrebbe contenere la documentazione dell’amministrazione coloniale nel Congo belga, i faldoni dall'ottobre 1956 al luglio 1958, mancano. Nei documenti successivi al buco nell'archivio, una parte della corrispondenza fra Belgio e responsabili sanitari in Congo riguarda stranamente la sicurezza del vaccino di Koprowski, visto che spesso si sviluppano piccole epidemie di polio successivamente alle vaccinazioni. Alcune di queste riserve vengono pure pubblicate sulle riviste scientifiche dell'epoca.

E che dire dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che più volte tiene a precisare di non aver dato nessun consenso per la sperimentazione e ne prende chiaramente le distanze. Addirittura in un documento del 1958 afferma che le vaccinazioni effettuate in Congo sono un esempio chiaro di come non dovrebbero essere condotte le sperimentazioni.

Inoltre quelle vaccinazioni erano praticamente inutili perché la maggior parte della popolazione africana era immunizzata naturalmente alla nascita. Pensate forse che le autorità belga in Congo abbiano chiesto ad ogni africano: “Senta, questo è un vaccino sperimentale, non siamo veramente sicuri che funziona e non siamo nemmeno sicuri che sia sicuro. Lei probabilmente non ne ha nemmeno bisogno, però accetta di far parte a questa sperimentazione per il bene dei paesi Occidentali?”

Ok, lo so, non posso farne un caso. Al tempo di Koprowski, l'etica nella sperimentazione stava facendo i suoi primi passi. Adesso queste cose non succedono più. Allora perché nel 1985 Koprowski sperimentò in Argentina un vaccino antirabico su alcune mucche, senza l'autorizzazione delle autorità competenti e senza avvisare i contadini e la popolazione locale che continuarono a bere il latte di quelle mucche? Ma se entriamo in questo campo facciamo notte e non vi racconto tutta la storia.

Scimpanzé

E poi c’è un vero problema per la teoria. Fino al caso dell'SV40 sono state utilizzate scimmie asiatiche, giusto? Poi si è passati all'uso di scimmie verdi africane. In alcuni rari casi sono stati utilizzati babbuini. Ma i progenitori dell'HIV-1 e dell'HIV-2 si trovano negli scimpanzé e nelle scimmie spazzacamino, che non furono mai utilizzati nella produzione di vaccini. Dunque la teoria non è vera. Punto.

Ma siamo sicuri che scimpanzé e scimmie spazzacamino non siano mai state usate? Sabin, ad esempio, è sempre stato esplicito, riferendo sempre la specie di scimmia utilizzata. Koprowski... Nei suoi articoli dell'epoca, Koprowski non è mai specifico sul tipo di scimmia utilizzato.

Nessuno ha chiesto a Koprowski che tipo di scimmia ha utilizzato? Koprowski ha cambiato tre versioni: scimmie indiane, scimmie verdi africane, scimmie filippine. “I documenti del laboratorio sono andati persi in un trasloco”, parole testuali di Koprowski. Possono davvero essere stati usati scimpanzé nella produzione del vaccino Koprowski?

E qui c’è un altro colpo di scena: sia Curtis, sia Pascal, avevano accennato all'esistenza nel 1958 di una grossa colonia di scimpanzé nel Congo Belga. Hooper scopre da diverse fonti che in quella colonia erano stati concentrati più di 400 scimpanzé: la più grande colonia di scimpanzé mai creata al mondo, a completa disposizione del Dr. Koprowski. Per produrre il vaccino antipolio? Ufficialmente per testare il suo vaccino sugli scimpanzé, test assolutamente inutili (ma non entriamo nell'aspetto dei diritti degli animali: all'epoca non si rispettavano quelli degli africani, immaginiamoci quelli degli animali). Il loro numero è comunque sproporzionato.

In un documento si racconta che reni di scimpanzé erano stati spediti negli Stati Uniti, per produrre colture di tessuto di rene di scimpanzé, però per un'altra ricerca, sull'epatite. Dunque colture di rene di scimpanzé erano già state usate. Quali sarebbero stati i motivi per non utilizzarli anche nella produzione di vaccino antipolio? Se lo si chiede a un qualsiasi virologo dell’epoca dirà: il prezzo. Ottenere reni di scimpanzé era più costoso dei reni di scimmie inferiori. Ma se ho a disposizione 400 scimpanzé!

Pascal ipotizzava addirittura che il nome del vaccino, CHAT, potesse significare “CHimpanzee ATtenuated”…

Sperimentazioni in Africa

D’accordo. Ammettiamo ora che la teoria del vaccino orale antipolio sia vera: si è trovata una spiegazione per l’epidemia di HIV-1. Ma come si spiega l’epidemia di HIV-2? Beh, Koprowski non era mica l'unico a testare i suoi vaccini in Africa. In un test effettuato in Marocco nel 1953 quasi seimila bambini furono vaccinati con un presunto vaccino antipolio che due anni dopo si rivelò essere invece un virus parassitario dei conigli fortunatamente innocuo nell'uomo.

C'era anche Pierre Lépine, dell'Istitut Pasteur, che faceva sperimentazioni. Una viene registrata a Mitzic nel 1957. Dove si trova Mitzic? In Serbia? No, si trova nel Gabon. Duemila persone vennero vaccinate in pochi giorni e il solo riferimento al test nella letteratura scientifica sono due righe alla fine di un articolo che parla d'altro.

Guarda caso nel 1994 nella regione del Gabon si scopre l’esistenza di un’altra epidemia di AIDS, indipendente dall’HIV-1 e dall’HIV-2. HIV-3? No, perché ad una analisi approfondita si scopre che questo nuovo virus appartiene comunque alla famiglia degli SIV degli scimpanzé, dunque è un po’ simile all’HIV-1 normale, quello che si ritrova in tutto il mondo. Ma una cosa è chiara: si tratta di un passaggio indipendente dagli scimpanzé all’uomo.

La prima traccia nell’uomo di questa versione particolare di HIV-1 risale al 1962, per il caso del marinaio norvegese. Ma non era di Manchester il marinaio? Non quello di marinaio, un altro! Un altro marinaio che è stato nel Camerun fra il 1961 e il 1962, che ha contratto l’HIV, l’ha trasmesso a moglie e figlia e tutta la famiglia è morta di AIDS nel 1976. Il sangue è stato conservato e nel 1997 si è scoperto che il virus del marinaio norvegese era proprio quest’altro HIV-1.

E visto che i primi casi di HIV-2 si registrano fra alcuni reduci portoghesi, che avevano combattuto in Africa intorno alla metà degli anni Sessanta, non è possibile che i portoghesi stessero sviluppando una propria versione del vaccino in Africa Occidentale, usando ad esempio scimmie spazzacamino?

The River

Edward Hooper, “Il fiume. Un viaggio verso la sorgente dell’HIV e dell’AIDS”, 1999. Dieci anni di ricerche. Migliaia di documenti consultati in decine di archivi americani, europei, africani. Centinaia di ore di interviste. Il tutto pubblicato presso una delle più grandi case editrici al mondo. Non poteva essere ignorato come era stato fatto con Pascal, e non poteva essere liquidato con una causa legale come con Curtis. Sono più di mille pagine: un bel mattone!