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Manituana, Wu Ming e Copyleft
Un esempio di permesso d'autore nell'editoria
Il 20 marzo scorso è uscito in libreria “Manituana”, l’ultimo romanzo del collettivo Wu Ming: è possibile copiarlo, prestarlo, modificarlo, tradurlo, se a scopo non commerciale.
È rilasciato con licenza Copyleft.
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<A name="sezione0">Il testo</A>
Manituana, Wu Ming e Copyleft
Sommario- <A href="#sezione0">il libro</A>
- <A href="#sezione1">Copyleft</A>
- <A href="#sezione2">funzionamento e critiche</A>
- <A href="#sezione3">4 prototipi di lettori</A>
- <A href="#sezione4">finale</A>
il libro
Dal 20 marzo 2007 è in libreria “Manituana”, l’ultimo romanzo di Wu Ming.
“1775, all'alba della rivoluzione che generò gli Stati Uniti d'America.
Lealisti e ribelli si contendono l'alleanza delle Sei Nazioni irochesi, la più potente confederazione indiana. Nella valle del fiume Mohawk, indigeni e coloni convivono da decenni. Scelte laceranti travolgono il futuro di una comunità meticcia: il viaggio deve cominciare, fino alla capitale dell'Impero, e la via del ritorno è già sentiero di guerra.
Un cacciatore irochese abbandona i boschi e i romanzi di Voltaire. Un guerriero del Clan del Lupo interrompe la traduzione del Vangelo e imbraccia il fucile. Un baronetto di Sua Maestà compare nei sogni di bianchi e indiani. Una donna guida il suo popolo attraverso le fiamme."
Un romanzo epico sulla nascita di una nazione e lo sterminio di molti mondi possibili.”
Wu Ming... Ma chi sono?
“Wu Ming”, in cinese, significa “senza nome”; "Anonimo"; ed è il nome di un collettivo di cinque scrittori bolognesi. Le loro identità non sono segrete, è solo che rifiutano la logica dell'Autore come divo, e ritengono che le loro opere siano più importanti dei loro volti e delle loro biografie.
Col nome «Luther Blissett», hanno pubblicato nel 1999 il romanzo Q e dal 2000 ad oggi hanno scritto romanzi di gruppo e individuali, oltre alla sceneggiatura del film "Lavorare con lentezza". Ma perché, in un videoblog sulla proprietà intellettuale, parliamo dell’uscita di un libro? Perché questo libro ha una particolarità: è pubblicato con una licenza Copyleft.
Ma io non so nemmeno che cosa significa "Copyright"!
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Copyleft
Copyright letteralmente significa "diritto di copia", ma in generale lo si usa per dire che l'autore o chi detiene i diritti dell'opera, ha l'esclusiva sull'uso e la riproduzione. Dunque decide chi, come e quando può usare o copiare un'opera.
Quindi il copyright tutela autori ed editori, ma spesso, ha dei gravi effetti collaterali: ad esempio uno studente non può fotocopiare un libro della biblioteca che non può permettersi, oppure un attore non può recitarlo in pubblico, oppure ancora, nessuno può distribuire i libri che sono fuori stampa, nemmeno gratuitamente, che dunque rischiano di andare persi.
Per questi e altri motivi, alcuni autori rinunciano del tutto al copyright.
Ma il rischio è che qualcuno arrivi, prenda l'opera, ci metta sopra il suo copyright e ne vincoli l'utilizzo a suo esclusivo vantaggio.
Così, per aggirare l'inconveniente è nato il copyleft.
Chi lo utilizza, in sostanza, dice: i diritti di copia di quest'opera sono miei, ma io desidero che chiunque la possa riprodurre e copiare senza chiedermi il permesso, a patto di non vincolarne ulteriormente l'utilizzo.
Il copyleft è una forma particolare di copyright.
La dicitura che si trova sul libro dei Wu Ming è un adattamento della filosofia “copyleft”, una variazione sul tema.
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funzionamento e critiche
In concreto: un comune cittadino, se non ha i soldi per comprare un libro di Wu Ming o non vuole spendere 15 euro a scatola chiusa, può tranquillamente fotocopiarlo, passarlo in uno scanner, copiarlo a mano come i monaci medioevali (che oggigiorno verrebbero considerati dei pirati!) oppure - soluzione un po’ più comoda - scaricarlo gratis dal loro sito.
Tutte le riproduzioni che non sono fatte con un fine commerciale, loro le autorizzano. Se invece un editore estero vuole farlo tradurre e metterlo in commercio nel suo paese, o se un produttore cinematografico vuole farci il soggetto di un film, in quel caso l'utilizzo è a fini di lucro, e loro vogliono ricevere un compenso.
Il libro, come oggetto, ha un prezzo. Il testo, invece, è libero di circolare.
Belle parole... idealisti! Ma se un autore non ha la fortuna di trovare uno studio hollywoodiano che gli compra i diritti per farne un film, come campa? Ogni testo scaricato è una copia non venduta. e tanti saluti alla remunerazione dell'autore, che morirà di fame e stenti.
È veramente così? Analizziamo i differenti profili dei lettori…
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4 prototipi di lettori
Prima categoria: il bibliofilo.
Il bibliofilo è una persona a cui piace il libro come oggetto. Gli piace la copertina, l'edizione, il tipo di caratteri usati, la carta.
È l'amante delle collane, delle opere omnia, dei libri antichi. Troviamo sicuramente nella sua libreria… Dante e Boccaccio, Ariosto e Tasso, Bibbia e Corano, Iliade e Eneide, Mahabarata e Kamasutra, Goldoni e Molière, Verlaine e Rimbaud, Zola e Balzac, Eliot e Joyce, tutti testi che potrebbe scaricare dalla rete, ma lui li preferisce in forma cartacea e ben rilegata.
Seconda categoria: il filantropo.
Il filantropo è colui che compra i libri per sostenere una causa. Compra il libro venduto per strada, o sulle bancarelle delle associazioni di volontariato, ma non è detto che lo leggerà. Anche questa figura verrà poco intaccata dalla possibilità di scaricare il libro gratuitamente, perché il filantropo apprezzerà la generosità dell’autore e comprerà la copia cartacea.
Terza categoria: il consumatore.
Il consumatore è per definizione un target. Anzi è il target. È colui su cui principalmente la pubblicità punta. È colui che non sa ancora di che cosa ha bisogno, non sa ancora che cosa desidera, e la pubblicità glielo dirà.
Neanche in questo caso gli autori e gli editori avrebbero da perdere mettendo a disposizione liberamente i libri. Perché chi è tanto idiota da abboccare alla pubblicità, continuerà ad esserlo sempre, e comprerà.
Quarta categoria: il lettore incallito.
È qui che si gioca veramente la partita! Il lettore incallito è un maniaco della lettura. Leggerebbe pure sulla carta igienica. Sporca. È compulsivamente curioso. Divora libri. È l'unico individuo che può leggere i romanzi a puntate sui giornali.
Ebbene, il lettore incallito leggerebbe pure dallo schermo. Oppure si stamperebbe le sue 487 pagine in formato A4, e si porterebbe con sé 3 chili di carta pur di continuare a leggere. Se un libro circola liberamente, il lettore incallito lo leggerà a sbaffo. Sicuro. Ma se un libro gli è piaciuto, e ne ha le possibilità finanziarie, sta sicuro che andrà in libreria e ti regalerà una copia ufficiale, perché non puoi non leggerlo…
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finale
Dunque, nonostante il copyleft, i romanzi di Wu Ming vendono centinaia di migliaia di copie e i 5 possono vivere del loro lavoro. E vengono chiamati a presentazioni (pagati); conferenze (pagati); consulenze (pagati); docenze (pagati); corsi di scrittura creativa (pagati).
Ma il collettivo bolognese promuove un'altra iniziativa lodevole: I libri di Wu Ming vengono stampati su carta ecosostenibile e che non ha subito processi di sbiancatura a base di cloro. Altra scelta singolare che, al momento, viene perorata da una minoranza di chi pubblica.
Un momento… Ma non è che stiamo parlando solamente di una furbata di "marketing"? Può darsi…
Ma se tutti utilizzassero il Copyleft… non sarebbe bello poter sfogliare liberamente i testi della nostra cultura? Davvero non compreremmo più i libri?
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