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Manituana, Wu Ming e Copyleft

Da Cantiere.

Un esempio di permesso d'autore nell'editoria

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Dati tecnici

  • ‘‘‘Content Rating’‘‘: General
  • ‘‘‘Lingua’‘‘: italiano
  • ‘‘‘durata’‘‘: 7'28
  • ‘‘‘data’‘‘: 16 aprile 2007
  • ‘‘‘formato originale’‘‘: miniDV, 4:3, PAL
  • ‘‘‘location’‘‘: Girato in un magazzino di libri.


Crediti

<img alt="Creative Commons License" style="border-width:0" src="http://i.creativecommons.org/l/by/2.5/it/88x31.png" />]


Copione

Manituana, Wu Ming e Copyleft

Dal 20 marzo 2007 è in libreria “Manituana”, l’ultimo romanzo di Wu Ming.

“1775, all'alba della rivoluzione che generò gli Stati Uniti d'America. Lealisti e ribelli si contendono l'alleanza delle Sei Nazioni irochesi, la più potente confederazione indiana. Nella valle del fiume Mohawk, indigeni e coloni convivono da decenni. Scelte laceranti travolgono il futuro di una comunità meticcia: il viaggio deve cominciare, fino alla capitale dell'Impero, e la via del ritorno è già sentiero di guerra.

Un cacciatore irochese abbandona i boschi e i romanzi di Voltaire. Un guerriero del Clan del Lupo interrompe la traduzione del Vangelo e imbraccia il fucile. Un baronetto di Sua Maestà compare nei sogni di bianchi e indiani. Una donna guida il suo popolo attraverso le fiamme."

Un romanzo epico sulla nascita di una nazione e lo sterminio di molti mondi possibili.”

Wu Ming... Ma chi sono?

“Wu Ming”, in cinese, significa “senza nome”; "Anonimo"; ed è il nome di un collettivo di cinque scrittori bolognesi. Le loro identità non sono segrete, è solo che rifiutano la logica dell'Autore come divo, e ritengono che le loro opere siano più importanti dei loro volti e delle loro biografie.

Col nome «Luther Blissett», hanno pubblicato nel 1999 il romanzo Q e dal 2000 ad oggi hanno scritto romanzi di gruppo e individuali, oltre alla sceneggiatura del film "Lavorare con lentezza". Ma perché, in un videoblog sulla proprietà intellettuale, parliamo dell’uscita di un libro? Perché questo libro ha una particolarità: è pubblicato con una licenza Copyleft.

Ma io non so nemmeno che cosa significa "Copyright"!

Copyleft

Copyright letteralmente significa "diritto di copia", ma in generale lo si usa per dire che l'autore o chi detiene i diritti dell'opera, ha l'esclusiva sull'uso e la riproduzione. Dunque decide chi, come e quando può usare o copiare un'opera.

Quindi il copyright tutela autori ed editori, ma spesso, ha dei gravi effetti collaterali: ad esempio uno studente non può fotocopiare un libro della biblioteca che non può permettersi, oppure un attore non può recitarlo in pubblico, oppure ancora, nessuno può distribuire i libri che sono fuori stampa, nemmeno gratuitamente, che dunque rischiano di andare persi.

Per questi e altri motivi, alcuni autori rinunciano del tutto al copyright.

Ma il rischio è che qualcuno arrivi, prenda l'opera, ci metta sopra il suo copyright e ne vincoli l'utilizzo a suo esclusivo vantaggio.

Così, per aggirare l'inconveniente è nato il copyleft.

Chi lo utilizza, in sostanza, dice: i diritti di copia di quest'opera sono miei, ma io desidero che chiunque la possa riprodurre e copiare senza chiedermi il permesso, a patto di non vincolarne ulteriormente l'utilizzo.

Il copyleft è una forma particolare di copyright.

La dicitura che si trova sul libro dei Wu Ming è un adattamento della filosofia “copyleft”, una variazione sul tema.

funzionamento e critiche

In concreto: un comune cittadino, se non ha i soldi per comprare un libro di Wu Ming o non vuole spendere 15 euro a scatola chiusa, può tranquillamente fotocopiarlo, passarlo in uno scanner, copiarlo a mano come i monaci medioevali (che oggigiorno verrebbero considerati dei pirati!) oppure - soluzione un po’ più comoda - scaricarlo gratis dal loro sito.

Tutte le riproduzioni che non sono fatte con un fine commerciale, loro le autorizzano. Se invece un editore estero vuole farlo tradurre e metterlo in commercio nel suo paese, o se un produttore cinematografico vuole farci il soggetto di un film, in quel caso l'utilizzo è a fini di lucro, e loro vogliono ricevere un compenso.

Il libro, come oggetto, ha un prezzo. Il testo, invece, è libero di circolare.

Belle parole... idealisti! Ma se un autore non ha la fortuna di trovare uno studio hollywoodiano che gli compra i diritti per farne un film, come campa? Ogni testo scaricato è una copia non venduta. e tanti saluti alla remunerazione dell'autore, che morirà di fame e stenti.

È veramente così? Analizziamo i differenti profili dei lettori…

4 prototipi di lettori

Prima categoria: il bibliofilo.

Il bibliofilo è una persona a cui piace il libro come oggetto. Gli piace la copertina, l'edizione, il tipo di caratteri usati, la carta.

È l'amante delle collane, delle opere omnia, dei libri antichi. Troviamo sicuramente nella sua libreria… Dante e Boccaccio, Ariosto e Tasso, Bibbia e Corano, Iliade e Eneide, Mahabarata e Kamasutra, Goldoni e Molière, Verlaine e Rimbaud, Zola e Balzac, Eliot e Joyce, tutti testi che potrebbe scaricare dalla rete, ma lui li preferisce in forma cartacea e ben rilegata.

Seconda categoria: il filantropo.

Il filantropo è colui che compra i libri per sostenere una causa. Compra il libro venduto per strada, o sulle bancarelle delle associazioni di volontariato, ma non è detto che lo leggerà. Anche questa figura verrà poco intaccata dalla possibilità di scaricare il libro gratuitamente, perché il filantropo apprezzerà la generosità dell’autore e comprerà la copia cartacea.

Terza categoria: il consumatore.

Il consumatore è per definizione un target. Anzi è il target. È colui su cui principalmente la pubblicità punta. È colui che non sa ancora di che cosa ha bisogno, non sa ancora che cosa desidera, e la pubblicità glielo dirà.

Neanche in questo caso gli autori e gli editori avrebbero da perdere mettendo a disposizione liberamente i libri. Perché chi è tanto idiota da abboccare alla pubblicità, continuerà ad esserlo sempre, e comprerà.

Quarta categoria: il lettore incallito.

È qui che si gioca veramente la partita! Il lettore incallito è un maniaco della lettura. Leggerebbe pure sulla carta igienica. Sporca. È compulsivamente curioso. Divora libri. È l'unico individuo che può leggere i romanzi a puntate sui giornali.

Ebbene, il lettore incallito leggerebbe pure dallo schermo. Oppure si stamperebbe le sue 487 pagine in formato A4, e si porterebbe con sé 3 chili di carta pur di continuare a leggere. Se un libro circola liberamente, il lettore incallito lo leggerà a sbaffo. Sicuro. Ma se un libro gli è piaciuto, e ne ha le possibilità finanziarie, sta sicuro che andrà in libreria e ti regalerà una copia ufficiale, perché non puoi non leggerlo…

finale

Dunque, nonostante il copyleft, i romanzi di Wu Ming vendono centinaia di migliaia di copie e i 5 possono vivere del loro lavoro. E vengono chiamati a presentazioni (pagati); conferenze (pagati); consulenze (pagati); docenze (pagati); corsi di scrittura creativa (pagati).

Ma il collettivo bolognese promuove un'altra iniziativa lodevole: I libri di Wu Ming vengono stampati su carta ecosostenibile e che non ha subito processi di sbiancatura a base di cloro. Altra scelta singolare che, al momento, viene perorata da una minoranza di chi pubblica.

Un momento… Ma non è che stiamo parlando solamente di una furbata di "marketing"? Può darsi…

Ma se tutti utilizzassero il Copyleft… non sarebbe bello poter sfogliare liberamente i testi della nostra cultura? Davvero non compreremmo più i libri?

La bibliografia

Siti principali

Articoli di Wu Ming

Articoli sparsi

Materiale sparso