"L'origine del Male" a Ferrara (sabato 20)

  • warning: Illegal string offset 'entity' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'id' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'contentId' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'captchaId' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'form_id' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'moderate' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'spamScore' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'spamClassification' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'qualityScore' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'profanityScore' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'languages' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'reason' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'solved' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'captcha' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Illegal string offset 'homepage' in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.
  • warning: Cannot assign an empty string to a string offset in /home/clients/1718981210af6799cea42b5f0faa6fd2/web/originedelmale/includes/form.inc on line 1422.

foto OdM

Sembra che in qualche cultura non sia ben visto chiedere "un'ultima birra", perché porterebbe male. Io sono anni che continuo a dire che è l'ultima volta che porto in scena "L'origine del Male" e subito dopo salta fuori una nuova data.

Ma anche questa volta è una di quelle occasioni che non si possono rifiutare. L'invito arriva dal Master in Comunicazione e giornalismo scientifico dell’Università di Ferrara, diretto da Michele Fabbri (giornalista scientifico) e da Marco Bresadola (storico della scienza). A dicembre ero stato invitato a tenere una lezione e ne avevo scritto.

Lo spettacolo si terrà sabato 20 giugno 2009 alle ore 21, al Teatro Nucleo presso il Teatro Julio Cortazar, Via Ricostruzione, 40, a Pontelagoscuro (appena fuori Ferrara, vedi cartina), grazie alla disponibilità di Horacio Czertok.

La serata, sebbene organizzata per gli studenti del Master, sarà anche aperta al pubblico: un'occasione da non perdere per confrontarsi sul rapporto fra arte, comunicazione e scienza (l'ingresso è gratuito). 

Ricordo a chi non potesse venire, che è possibile scaricare la registrazione integrale dello spettacolo ora anche in DVD!

Ci vediamo a Ferrara?

AIDS

Ciao,
sono una ragazza di Ferrara e putroppo non ho potuto vedere il tuo spettacolo anche se mi sarebbe piaciuto molto!
I miei studi mi hanno portata ad approfondire abbastanza il tema dell'AIDS/HIV dal punto di vista sociale e proprio nel mentre della ricerca ho trovato siti che rivelerebbero la non esistenza di questa malattia.
Ora, non so dal punto di vista scientifico come si possa "costruire" in tal modo un virus e la malattia conseguente ad esso, ma so che, guarda caso, chi ne è più colpito sono le persone più svantaggiate a livello sociale.
Che dire??

P.S. Nel leggere il paragrafo scritto su Wikipedia devo correggerti sul fatto che l'HIV-1 e 2 si testino differentemente. Ora, quando si fa il test, verificano che non si siano prodotti anticorpi sia per l'uno che per l'altro tipo.

risposta a Margherita

Ciao Margherita e grazie per il tuo messaggio.
Sulle tesi di Duesberg, Mullis e co, avevo scritto in questo post.

Per quanto riguarda le classi sociali e le epidemie, è una regola per quasi tutte le malattie infettive che le persone più svantaggiate siano maggiormente colpite: anzi, forse proprio con l'AIDS, questa regola non è stata completamente rispettata (basta pensare alle molte persone famose e benestanti che sono morte di AIDS o convivono con la sieropositività).

Se vedo un aspetto problematico legato al tema dell'HIV/AIDS, non sono di certo le tesi di "negazionisti" della malattia, quanto piuttosto l'accesso ai farmaci per i milioni di persone sieropositive nei paesi in via di sviluppo (oltre chiaramente alla prevenzione).

Concordo però che a livello sociologico le tesi di Duesberg possano essere interessanti da studiare.

Un caro saluto

PS: È vero, i test moderni rilevano la presenza di ambedue i virus, ma non è qualcosa di scontato, visto che fra loro sono molto differenti.

Fantastico!

Ciao Christian,
sono Rossella una corsista del master in comunicazione e giornalismo scientifico.
Ho visto con grande piacere il tuo spettacolo sabato scorso e volevo farti i miei complimenti!Ho trovato il tuo monologo davvero di grande interesse dall'inizio alla fine! Mi ha letteralmente affascinata il tuo modo di portare sulla scena un'argomento scientifico di tale portata e con tali implicazioni!Devo ammettere che non conoscevo affatto questo tipo di ipotesi sulla nascita del virus HIV, e vedere il tuo spettacolo mi ha dato modo di riflettere molto su quanto visto e ha svegliato in me la necessità di documentarmi maggiormente sulla questione.
Inoltre ho trovato il tuo linguaggio molto chiaro, tutto lo spettacolo lo è stato, sei riuscito a rendere perfettamente comprensibile anche ad un pubblico di "non addetti" (o perlomeno a me che non ho nessuna competenza scientifica!)un caso scientifico davvero complesso e intricato.
Grazie dunque per la splendida serata che mi hai regalato e per aver sottoposto alla mia attenzione in modo così trasparente un argomento tanto interessante!
Complimenti di nuovo!!!!
Rossella

negazionismo

Il problema del "negazionismo" sollevato da Margherita è di grande importanza.

Basta vedere il caso del Sudafrica (come è noto in Africa c'è la situazione epidemiologica e sociale più grave)
http://jekyll.sissa.it/index.php?document=731

Christian è ben cosciente che il suo lavoro può alimentare posizioni di scetticismo irrazionale nei confronti della scienza. Che è tutt'altra cosa del sano scetticismo(anche) radicale.

Ma questo è un problema che rigurda tutta la "società del rischio" in cui viviamo.

Che fare allora? tacere? lasciare la parola agli esperti? lasciare le decisioni ai politici? informare i cittadini ma senza possibilità di decidere su questioni troppo complesse? coinvolgere i cittadini e raccoglierne l'opinione informata? votare su questi temi?

Negazionismo e democrazia

D’accordo, la teoria esposta nel documentario teatrale è solo una delle tante ipotesi. Peraltro, rifiutata dalla comunità scientifica dominante. Avrebbe potuto trattarsi di una qualsiasi altra tesi, come quella ridicola dei virus studiati a tavolino da scienziati nazisti… Pretesti, questi, per osservare con coscienza critica l’effettivo “malessere” sociale nei confronti della scienza, e per porsi domande sul ruolo della comunicazione dei media e di tutti noi, “comunicatori” reali con un cervello pensante (ancora…si suppone).

Anch’io ho assistito allo spettacolo nelle vesti di corsista del master, e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ma perché queste cose succedono sempre in Africa (o nel Terzo Mondo)? Non vorrei fare dell’anti-razzismo demagogico e no-global, ma è evidente la discriminazione di interi popoli (oltre che di singoli) operata in nome di una scienza affatto democratica e generalmente asservita allo sviluppo industriale ed economico (e i cui soggetti ex-machina sono spesso delle grandi multinazionali).
La scienza contemporanea, quella “venduta” alle masse, è rapida produzione di conoscenze finalizzate all’immediata creazione di prodotti; è ricerca della novità da sperimentare, brevettare e vendere, piuttosto che del sapere da diffondere; è principalmente creazione di prodotti e opportunità economiche piuttosto che di conoscenze; è asservimento della ricerca ai borselli politico-economici (“La scienza compie un suicidio quando adotta un credo”, Thomas Henry Huxley). Senza dimenticare la limitazione della circolazione delle informazioni.
E il pubblico si trova escluso dal sapere (poiché privo degli di strumenti atti a capire e valutare scienza e innovazione scientifica), dalle scelte, operate piuttosto da un’economia globalizzata, e infine dall’accesso al progresso scientifico, per vari motivi economici, sociali e formativi. È normale che tutto ciò faccia sorgere disagio e dubbio nei confronti della scienza. Dubbio necessario, viste le premesse.

In tal senso, per me, lavori come questo documentario teatrale sono utili per diffondere teorie, analisi e opinioni che altrimenti resterebbero sconosciute ai più, ma ancor più per ricreare nel pubblico quell’anelito di verità che è lo spirito critico individuale. Anche se poi questo spirito critico distrugge tutti i baluardi di riferimento. E se i politici non vogliono che si parli di certi temi, se gli scienziati hanno le mani legate e i giornalisti sono imbavagliati, allora è opportuno (ancor più che giusto) che il teatro faccia opera di divulgazione. Anzi, sarebbe fondamentale che ne sapessimo e ne parlassimo un po’ tutti, chissà che non si abbatta qualche tabù!
Perché, in fondo, la scienza è una res publica, e come tale dovrebbe essere osservata e decisa da tutti i cittadini. In proposito, mi sembra che l’esempio dei paesi più “civili” (sì, anche più del nostro!) sia piuttosto calzante: la democrazia è svolta soprattutto attraverso le scelte dirette dei cittadini, e tra queste c’è il referendum.

Coscienza e democrazia, dunque, mi sembrano termini basilari per illustrare gli obiettivi dello spettacolo, nonché per nominare le grandi lacune contemporanee. È avvilente dover sentire frasi come “richiamati con i tamburi, gli africani si spostano dalle campagne ai centri di riunione nei villaggi. Vengono allineati e gli viene schizzato in bocca il vaccino liquido”.

Alessia non potrei essere più

Alessia non potrei essere più d'accordo con quello che dici!
Innanzitutto mi fa rabbrividire il pensiero dello sfruttamento di centinaia di migliaia di africani in nome della ricerca...ma ricerca per il bene di chi?Per il mondo occidentale?Cos'è una sorta di "mors tua vita mea"?E il sacrificio umano in fondo davvero serve per il bene della salute mondiale?Da secoli le popolazioni africane vengono sfruttate, usate per gli scopi più abbietti e disparati a causa dei "signori" occidentali che approfittano di situazioni politiche e civili precarie, per fare incontrastati i propri comodi, perchè tanto è il terzo mondo, non ci sono minuziosi controlli, basta dire che ci presentiamo con un vaccino importante per il benessere di tutta la popolazione ed ecco che, come ricorda bene Alessia,"richiamati con i tamburi, gli africani si spostano dalle campagne ai centri di riunione nei villaggi. Vengono allineati e gli viene schizzato in bocca il vaccino liquido".Si approfitta della buona fede, dell'innocenza e della mancanza di cultura di popoli che guardano all'occidente sempre con occhi colmi di speranza.
Ma d'altra parte anche noi siamo spettatori inconsapevoli di ciò che la scienza frettolosamente sottopone ai nostri occhi, della superficie di un sapere funzionale allo sviluppo economico, a interessi politici. Anche la scienza sembra adottare il metodo "a convenienza", quindi ciò che non conviene che si sappia si nega, si distorce o semplicemente non se ne parla!
Ma il messaggio importantissimo che lo spettacolo di Biasco ha trasmesso e che condivido appieno è che allora il singolo individuo deve pensare con la sua testa, sviluppare il suo pensiero critico, porsi delle domande sulle cose e cercare di trovare risposte che abbiano un senso. In situazioni di astensione alla divulgazione da parte della scienza e/o della politica che rendodono impossibile anche al giornalista di fare il proprio lavoro, allora è giusto che si ricorra a fonti alternative di divulgazione come il teatro in questo caso per poter dare il "LA" al legittimo sviluppo del pensiero critico individuale.

etica nelle sperimentazioni

La storia della teoria del vaccino orale antipolio si incrocia con molte altre storie che a loro volta meriterebbero di diventare degli altri lavori di ricerca: la colonizzazione africana (e in particolare quella nel Congo Belga), la lotta alla poliomielite, la controversia Gallo-Montagnier... solo per citarne alcuni.

Fra questi c'è sicuramente anche l'etica nelle sperimentazioni, non solo nei paesi in via di sviluppo. Hooper documenta nel suo libro una serie di esperimenti con materiale radioattivo compiuti su militari inglesi o civili statunitensi. Spesso venivano condotte sperimentazioni su carcerati o persone con ritardo mentale.

Uno dei casi più emblematici è il Tuskegee Study in cui 399 Afro-americani con la sifilide furono usati come cavie per capire il decorso della malattia se non curata.

Man mano che avanzavo ero sempre più scioccato perché tutto questo è avvenuto nel dopoguerra e se non fosse stato per la mia ricerca forse non ne avrei mai sentito parlare.

Non si dovrebbero affrontare a scuola questi argomenti?

... c'è qualcosa di strano in

... c'è qualcosa di strano in questa discussione (e non solo qui)
1)sembra sempre che si parli di cose orribili del passato (le narrazioni hanno i verbi al passato remoto)
2) il presnte sfuma in una generico sospetto della compromissione con gli interessi economici. Ma non ci sono storie concrete

Quante storie DI OGGI ci sarebbero da raccontare?

Dice Alessia:
"...la scienza è una res publica, e come tale dovrebbe essere osservata e decisa da tutti i cittadini. In proposito, mi sembra che l’esempio dei paesi più “civili” (sì, anche più del nostro!) sia piuttosto calzante: la democrazia è svolta soprattutto attraverso le scelte dirette dei cittadini, e tra queste c’è il referendum"

Non sono sicuro che questo (il referndum, il voto) basti nei paesi "civili"

Non sono d'accordo che la scuola "deve affrontare questi argomenti". Non perchè, ovviamente, non ne debba parlare (anzi!) ma perchè appena c'è un problema la via più semplice è: bisogna parlarne a scuola

Le aule insegnanti sono piene di decine e decine di proposte di corsi, percorsi, ricorsi e ricorrenze di questo tipo :-) . ognuna con i i suoi buoni motivi.
Che dire a chi vuole che si parli dell'alcoolsimo? o della guida sicura? o della prevenzione delle tossicodip? o dell'anniversario dela Costitiuzione? ecc, ecc eccc

Utopia

Chissà di quante cose non siamo a conoscenza!Di molte delle cose che stanno emergendo in questo forum io non ero al corrente come credo tantissime altre persone e questo non per mancanza di desiserio d'informazione, ma per mancanza di divulgazione!Se non c'è quell'input che scaturisce il famoso senso critico individuale difficilmente le persone avranno modo di documentarsi, a meno che non ci sbattano per caso!
Sono d'accordo sul fatto che queste cose si dovrebbero insegnare a scuola, ma il punto è che farlo significa ammettere una serie di cose che in molti non vogliono ammettere, purtroppo l'oscurantismo su argomenti poco chiari, intricati ed eticamente discutibili ha ancora la meglio!Ci sono troppe implicazioni perchè una comunità scientifica o un governo ammettano anche a distanza di anni di aver dato il benestare a orrori perpetrati su essere umani, troppo rischioso ammettere e proprie colpe, le proprie responsbilità e forse anche troppo "scandaloso".Basti pensare alle diverse reazioni che la gente comune ha quando viene a conoscenza di maltrattamenti o sfruttamenti degli animali, e d'altra parte sono convinta che anche di questo la gente sappia solo una minima parte!Figuriamoci ammettere che sono state fatte sperimentazioni umane!
Sarebbe davvero bello se tutto ciò venisse insegnato a scuola, ma temo che sia un'utopia...

anch'io sono una corsista del

anch'io sono una corsista del master e ho assistito allo spettacolo. uno degli aspetti che mi ha piu' colpita/interessata e' stato quello dello stimolo. secondo me e' importantissima l'idea che anche davanti agli argomenti complessi che il mondo scientifico ci offre, tutti dovremmo informarci il piu' possibile e formarci una visione che sia il piu' completa possibile. non serve essere scienziati per affrontare certi argomenti: tutti possono sviluppare un proprio senso critico e dare il proprio contributo, se adeguatamente informati. secondo me questo spettacolo trasmette bene questo messaggio. complimenti christian!
elena

ancora utopie

Ciao a tutti,
anche io sono una delle corsiste del master e sono rimasta affascinata dalla narrazione di Christian - ma non ripetero' i complimenti!

L'amico anonimo solleva secondo me almeno due importanti questioni: quella del referendum e quella del "ma non si dovrebbe insegnarlo a scuola?"

I referendum mi lasciano sempre un po' scettica, soprattutto su argomenti che sollevano onde emotive di grande portata; per non parlare delle strumentalizzazioni che se ne fanno, e non solo da parte dei politici (ma ve lo ricordate quello sulla fecondazione assistita?). In molti dibattiti scientifici, anche gli spettatori con un buon grado di cultura ed educazione sono spesso perplessi dagli scontri feroci fra esperti o sedicenti tali.

E quindi qui ho la mia prima grande domanda: come si fa a fornire gli strumenti ai singoli individui per "pensare con la loro testa" come dice Christian?

Questo si aggancia alla questione scuola: sono d'accordo, bisognerebbe parlare di tante cose a scuola; ma, anche se fosse possibile affrontare tutto (o piuttosto, sviluppare il pensiero critico, che e' quanto di meglio si possa chiedere alle istituzioni scolastiche), io penso che questo non basterebbe. Perche' poi la gente vive la sua vita anche al di fuori della scuola, dove la percezione del mondo passa per i media. Ed e' estremamente difficile guardare il nostro mondo dal di fuori: io sono dovuta andare all'estero per svariati anni, per rendermi conto di quanto le televisioni ed i giornali italiani ci abituino a sentire le opinioni della Chiesa Cattolica Romana su ogni possibile argomento.

Quindi l'educazione in senso largo non puo' passare solo attraverso la scuola. Ma di chi "fidarsi" allora?

ultra-utopia

ciao manuela,
la tua riflessione mi ha fatto pensare a una cosa, sicuramente frutto di quanto detto nei corsi del I modulo: non e' che piu' cercare di chi fidarsi o di chi ci puo' insegnare, e' necessaria una specie di "rivoluzione globale" del modo di pensare al dibattito sulla scienza, in cui davvero, con le giuste informazioni/cososcenze a disposizione, tutti possono partecipare attivamente? ma allora (ancora piu' utopico) non e' che possiamo noi stessi essere "parte di" e "stimolo a" questo cambiamento?
....forse mi sono fatta un po' prendere la mano......

Ciao Elena, sono ad Erice ad

Ciao Elena, sono ad Erice ad una scuola di comunicazione scientifica: oggi pomeriggio c'e' una tavola rotonda di scienziati e non sul tema "The choices for energy - what should be the role of media".
Attendo impaziente e poi vi racconto!
Credo anche io che serva un ruolo diverso sia da parte dei media che da parte degli scienziati. Ma francamente, da scienziata di formazione, trovo scoraggiante il fatto di doversi abituare a spiegare concetti complessi in 15 secondi di intervista che passeranno poi in TV, o comunque avere un max di 3 minuti per un servizio televisivo.
Dobbiamo abituarci a formattare tutto come se fosse un sms?

ciao manuela, in effetti

ciao manuela,
in effetti quella di cui parli tu è una bella sfida......bisogna ammettere che la sintesi spesso non è proprio una dote del mondo scientifico. quando mi capita di dover spiegare "quello che faccio tutti i giorni in laboratorio", mi accorgo che mi dilungo tantissimo su aspetti che a me sembrano importantissimi, ma a chi mi ascolta magari un po' meno. credo che da un lato sia quasi inevitabile: quando si parla di qualcosa che ci riguarda in prima persona, ci sentiamo di dire proprio tutto tutto, come se tralasciare qualche pezzetto fosse una questione di vita o di morte. non so bene come risovere questo problema: la cosa che mi viene da dire è che, come sempre, ci vorrebbe "il giusto mezzo" (nè troppo, nè troppo poco).
credo sia una fase in cui tutti stiamo imparando e che uno sforzo da parte di tutti sia davvero necessario per riuscire ad avvicinare due "universi" che altrimenti continueranno a rimanere un po' a se stanti.

come è andata poi la tavola rotonda?

elena

tavole rotonde...

Eccomi tornata da Erice - ci sono state un paio di tavole rotonde dedicate ad argomenti interessanti per questa discussione: una a quale dev'essere il ruolo dei media (e degli scienziati) nella scelta della strategia energetica di un paese, o del mondo; ed una sul rapporto fra scienziati, giornalisti scientifici e uffici stampa.
Forse non vi meravigliera' sapere che...non si e' concluso niente!!
Questo non vuol dire che non ho imparato qualcosa. Ho imparato ad esempio che c'e' ancora tanta tanta diffidenza fra i giornalisti e gli scienziati, come testimoniano anche le nostre accanitissime discussioni nel forum del master. Gli scienziati rinfacciano ai giornalisti di manipolarli per fargli dire quel che vogliono; e viceversa i giornalisti dicono che gli scienziati li manipolano come vogliono perche' tanto ne sanno molto piu' di loro. Una fisica americana che e' da anni a capo dell'ufficio stampa di un grande laboratorio ha detto che l'unica via d'uscita e' la sincerita' da ogni parte. Sarebbe bello eh?
Quanto alla tavola rotonda sull'energia, li' ci si e' proprio arrotolati: si passa dall'ingegnere che dichiara che la scelta energetica non puo' essere democratica - e poi chiarisce che questa posizione e' dettata anche dalla mancanza di piani a lungo termine nel nostro paese, dove ogni qualche anno si cambia governo, e di piani energetici ne cambiamo ogni due minuti; al giornalista che spiega che il pubblico non ama essere trattato con superiorita' dagli scienziati che gli dicono "non ti preoccupare, tu non capisci, lascia fare a me" e sostiene che i media devono informare al massimo il pubblico e poi le decisioni vanno prese tenendo conto anche delle opinioni della gente. In che modo cio' accada, non e' chiaro: secondo il giornalista, un referendum su questi argomenti non puo' essere evitato, ma lo scetticismo in sala era palpabile.

E poi chi e' che informa la gente? Torniamo al problema dei media...sempre durante questa scuola, c'e' stata una sessione hands-on con due tizi della BBC. Questi hanno iniziato proponendoci un breve (i classici 3') servizio sul riscaldamento globale, presentandolo come un pezzo da antologia di giornalismo.Beh, dipende da che vuol dire pezzo da antologia: per loro (nessuno dei due giornalista scientifico) era un ottimo pezzo, con delle buone immagini, buoni testi, interviste a scienziati in posizioni rilevanti, e soprattutto un messaggio molto chiaro - peccato che il messaggio, come la risposta di Quelo, fosse sbagliato! E tutti gli scienziati in sala hanno fatto rilevare la quantita' di errori e la rappresentazione unilaterale di una teoria molto controversa. E quindi...come si fa a fidarsi? Che depressione, ragazzi.......

Grazie Manuela per questo

Grazie Manuela per questo post pieno di considerazioni interessanti

1) "...Gli scienziati rinfacciano ai giornalisti di manipolarli per fargli dire quel che vogliono; e viceversa i giornalisti dicono che gli scienziati li manipolano come vogliono perche' tanto ne sanno molto piu' di loro."

e vero ed è una vecchia storia

Ma bisogna stare attenti a questo: i giornalisti sono a caccia di NOTIZIE, gli scienziati (alcuni) vogliono SPIEGARE LA VERITA' (ovviamente la loro).
Il punto di "incontro" - auspicabile e difficile - non può avvenire se non partendo da questa chiara consapevolezza.

La figura del "comunicatore scientifico" a cui stiamo lavorando è qualcosa di un po' diverso dal giornalista unicamente a caccia di notizie (anche se ne conosce gli strumenti e il metodo)
Anche il Blog dello spettacolo in cui staimo discutendo è un buon esempio del superamento di questa rigida dicotomia.
Si parte, come dice il motto del sito "Dal complesso al comprensibile" (divulgazione corretta), per "aprire" poi alla pluralità delle voci dei soggetti.

2)"... Quanto alla tavola rotonda sull'energia, li' ci si e' proprio arrotolati:..." te lo credo ! su questo tema oggi! ..le posizioni che descrivi sono paradigmatiche: la conclusione del giornalista "...un referendum su questi argomenti non puo' essere evitato" non convince, come hanno detto altri inquesto forum.
Forse - ALLA FINE - si può (e deve, in alcuni casi) arrivare a referendum, ma quello che manca E'TUTTO PRIMA.
Scelte enrgetgetiche e bioetiche sono i casi più evidenti
E' qui che il ruolo dei comunicatori scientifici deve articolarsi in forme nuove che non siano la semplice notizia o (peggio) il commento personale

3) "..tutti gli scienziati in sala hanno fatto rilevare la quantita' di errori e la rappresentazione unilaterale di una teoria molto controversa"
Gli scienziati fanno sempre così (rilevano puntigliosamente gli errori dei giornalisti. Ma sbagliano e sono scioccamente presuntuosi. E' invece gravissima la rappresentazione unilaterale di una teoria controversa. Su questo hanno ragione gli scienziati. a patto che non vogliano, surrettiziamente, dire che la loro teoria è quella buona

sempre piu' domande?

ci sono un milione di domande che mi sorgono a questo punto: la matassa e' sempre piu' difficile da sbrogliare!
comincio con una: gli scienziati sbagliano a rilevare puntigliosamente gli errori dei giornalisti (a patto che questi ne facciano, visto che e' anche possibile ci siano giornalisti preparati). immagino ci si riferisca al solito atteggiamento alla "dall'alto di questa piramide". Vero e' che quando il creatore ha distribuito l'umilta' e la modestia tanti scienziati erano probabilmente in vacanza. pero', come si fa a venirsi incontro a vicenda? come si puo' trovare una sorta di terreno neutrale, in cui incontrarsi e mettere in comune i propri punti di vista, le proprie esperienze e, perche' no, le proprie verita'? e' davvero cosi' impossibile, cosi' utopico che si realizzi cio'? e ancora, e' qualcosa che si puo' imparare, che qualcuno deve insegnare dall'esterno o e' una consapevolezza a cui si deve arrivare, in un modo o nell'altro, perche' e' finito il tempo del "io so e adesso te lo spiego"?

Si', mi sembra proprio che la

Si', mi sembra proprio che la matassa sia molto intricata - molto di piu' di quel che avrei mai pensato dalla mia esperienza di scienziata che deve confutare le scemate di Dan Brown!

Michele ha scritto:
"Forse - ALLA FINE - si può (e deve, in alcuni casi) arrivare a referendum, ma quello che manca E'TUTTO PRIMA."
Il nodo e' davvero tutto qui secondo me. Come si fa a fare il "prima". Chi e' autorizzato a parlare di scienza? E' chiaro che non puo' piu' essere solo lo scienziato, soprattutto per tutti quei campi di ricerca che hanno un impatto enorme su etica e morale (e lascio da parte la religione). Ma come si fa a far smettere gli scienziati di storcere la bocca davanti a quel che scrivono i giornalisti, ed a convincere i giornalisti che non si puo' scrivere un pezzo costi quel che costi ma occorre metterci tutta l'onesta' intellettuale possibile?

Io sono d'accordo sulla necessita' di un nuovo tipo di comunicazione (e di comunicatori) della scienza: Christian ne e' un ottimo esempio; anche io mi sono accorta di quanto buon lavoro si puo' fare facendo seminari nelle scuole o accompagnando i visitatori in giro per il Laboratorio. Ma...

1. ...chi raggiungiamo con queste iniziative? mediamente, gente che e' gia' interessata e curiosa. E gli altri? Ce ne freghiamo? Ma se poi si arriva al referendum, bisogna fare attenzione.

2. ...come si fa ad inserire questa figura nel non-dialogo fra scienziati e giornalisti?

3. ...dove si colloca praticamente questa nuova figura di comunicatore? I giornali sono in crisi, la ricerca e' in crisi (beh, ormai tutto il mondo e' in crisi!). Chi li forma, li seleziona, li finanzia anche? Ho l'impressione che siamo nella stessa situazione del precariato nella ricerca: si sceglie questa strada per passione, quasi per vocazione, come spesso e volentieri succede per una carriera scientifica...ma anche nella scienza, le vocazioni sono sempre meno perche' purtroppo bisogna pur trovarsi un lavoro!

Io noto un proliferarsi di attivita' di formazione alla comunicazione, anche all'interno degli enti di ricerca, perfino di quelli italiani. Molto bene, no? Pero' mi resta il dubbio che sia un po' una cosa di moda, adesso. Come fare perche' queste iniziative diventino degli appuntamenti fissi e non estemporanei ed aiutino davvero il dialogo?

Piu' domande che risposte, temo, Elena......

complimenti per il tuo lavoro

complimenti per il tuo lavoro , non è che magari in futuro organizzerai qualche spettacolo
a catania?
Mi piacerebbe vedere l'origine del male dal vivo (nel senso di spettacolo teatrale :) )
ciao

Nuove date OdM

Grazie per i complimenti! Probabilmente sono confermate due date pubbliche a febbraio: Firenze (10) e Cesena (25). Maggiori dettagli seguiranno nel sito prossimamente!
Purtroppo non sono mai stato invitato più a sud di Arezzo...

Aggiungi un commento

Il contenuto di questo campo non verrà pubblicato e resterà privato.
  • Indirizzi web o e-mail vengono trasformati in link automaticamente
  • Elementi HTML permessi: <a> <em> <strong> <cite> <code> <ul> <ol> <li> <dl> <dt> <dd>
  • Linee e paragrafi vanno a capo automaticamente.

Ulteriori informazioni sulle opzioni di formattazione

By submitting this form, you accept the Mollom privacy policy.